Partiamo dall'analisi di un importante elemento, rilevato soprattutto dagli psicologi, riguardante le conseguenze
provocate negli spettatori dal ritmo della comunicazione televisiva. C'è da porre innanzitutto in evidenza una differenza sostanziale tra passato e presente: mentre prima la TV puntava sulla
linearità, sulla chiarezza espositiva e sulla facile comprensione, oggi si basa sulla complessità, sulla velocità, sull'implementazione rapida di concetti e nuove informazioni. Prendiamo poi in considerazione qualche esempio concreto, quotidiano: quando si parla con una persona e capita di non comprendere qualcosa di ciò che dice, non si esita a chiedere spiegazioni; allo stesso modo, leggendo un libro è possibile tornare indietro a rivedere le pagine che non si sono capite molto bene o che sono state lette in maniera distratta.
E con la televisione è possibile far fronte ad eventuali incomprensioni dei contenuti?
La televisione non offre questa possibilità: se qualcosa, all’interno di una trasmissione, risulta poco
chiaro, il ritmo veloce ed ininterrotto della comunicazione televisiva impedisce di fermarsi per poterlo approfondire. Il carattere della velocità comporta ovviamente delle conseguenze anche sul piano dei contenuti, che dovranno essere necessariamente semplici ed immediati. In proposito, si potrebbero citare i meccanismi della comicità televisiva, basata fondamentalmente su quello che viene definito “tormentone”, cioè sulla ripetitività di una breve battuta, spesso quasi priva di senso.
La comunicazione rapida, svuotata di molti contenuti, spesso disabitua gli ascoltatori alla concentrazione. È stato verificato che sono proprio i bambini abituati fin da piccoli a trascorrere
molte ore al giorno davanti al televisore, quelli che hanno più difficoltà nell’imparare a leggere o a scrivere.
Nessun commento:
Posta un commento