Un’altra forma di confusione tra realtà e finzione si manifesta nella convinzione, comune purtroppo
a molti individui, che in una società basata sulle immagini esiste soltanto chi “appare”, chi si mostra sullo schermo davanti a milioni di spettatori. In altri termini, si finisce col credere che la vita privata diventi reale solo se portata in televisione.
Su questo principio, negli ultimi anni si sono moltiplicate le trasmissioni televisive in cui la gente si
“mette in piazza”, confessa candidamente su un divano la propria vita privata, discute davanti alle telecamere dei propri problemi, del rapporto che ha con i figli o con i genitori, chiede alla televisione di risolvere le proprie crisi coniugali o di farle incontrare l’anima gemella; o ancora, per trovare una persona scomparsa è necessario andare a “Chi l’ha visto?”.
Come sostiene Umberto Eco, lo spettatore a casa finisce per ritenere che il comportamento televisivo del pubblico sia il comportamento della gente reale, e così adotta anche nella vita quotidiana gli stessi comportamenti visti in televisione.
Mai come oggi per “esistere” è necessario andare in televisione e chi non riesce ad andarci cerca, nelle persone qualunque che appaiono sullo schermo, un riflesso di se stesso. A riguardo, ho piacere di proporvi un interessante documentario "Il corpo delle donne" di Lorella Zanardo, incentrato sulla rappresentazione del femminile nella TV italiana. Personalmente, credo che in questo video emerga in maniera assolutamente chiara il continuo desiderio di apparire, di "esistere", piuttosto che di essere. E penso inoltre, che queste immagini siano la dimostrazione che, alle volta, la TV tende a diseducare piuttosto che istruire.
Che ne pensate di questo documentario?
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