venerdì 13 gennaio 2012

INFANZIA E TV




I mass media, ed in particolare la TV, hanno cambiato drasticamente le abitudini, l’organizzazione del tempo, le modalità educative e relazionali all’interno delle famiglie dei paesi industrializzati. 
Da numerose ricerche emerge che, in Italia, i bambini in età prescolare guardano la televisione in media due ore  e mezza al giorno, con punte fino a cinque ore. Tale dato appare ancora più preoccupante sapendo che per la maggior parte del tempo i bambini guardano la televisione da soli e che il gioco e lo studio si vedono dedicato un tempo inferiore a quello passato davanti allo schermo. 
La cattiva qualità dei programmi televisivi nelle ore più utilizzate dai piccoli spettatori contribuisce ad accrescere le generali preoccupazioni. A dieci anni di età, in media ogni bambino ha già visto in TV migliaia di ore di spettacoli con contenuti spesso violenti da cui possono derivare conseguenze a volte drammatiche nel processo di formazione della personalità. Il bambino infatti può arrivare a confondere la violenza vera con quella televisiva, a identificarsi in personaggi violenti e a considerare l’aggressività come il modo migliore per gestire le situazioni in cui viene a trovarsi in difficoltà; può trovarsi davanti a messaggi che, anziché rafforzare i valori, ampliare la conoscenza e sviluppare le capacità critiche, possono incrementare atteggiamenti distruttivi per se stesso e per gli altri. 
In alcuni casi il bambino può perfino arrivare ad attribuire alla televisione il ruolo di genitore sostitutivo di quelli esistenti e insoddisfacenti. 
La solitudine e l’abbandono li inducono a cercare nella televisione conforto e compagnia. Ma questo isolamento emotivo comporta il rischio di indurire il loro carattere e di rendere difficile il fluire della loro affettività. 
D’altro canto non si può negare che la TV possa favorire la crescita e l’educazione, informare e persino formare attraverso programmi di qualità. Basti pensare al telegiornale per i ragazzi, a trasmissioni che in forma documentaristica o animata trattano temi di storia, di geografia o di scienze naturali; ad alcuni programmi di intrattenimento pomeridiani molto ben fatti che si propongono obiettivi cognitivi, logici e linguistici. 
La valenza positiva o negativa della televisione nella crescita dei bambini dipende dunque dalla qualità e dai contenuti delle trasmissioni cui vengono esposti, oltre che dal tempo che trascorrono davanti al video. 
Pensate che la TV possa realmente agevolare il percorso formativo e l'educazione dei bambini, o abbia un ruolo invece prevalentemente negativo nei vita dei minori?

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