La televisione come abbiamo detto si occupa più di immagini che di parole. L'obiettivo di tutti i programmi televisivi è quello di catturare il più possibile l'attenzione degli spettatori. Per fare questo vengono utilizzate dagli ideatori dei programmi immagini ad effetto, con un grande potere di suggestione. Il fatto singolare è che la ricerca disperata dell'audience rende gli operatori della TV del tutto irresponsabili nei confronti del pubblico. Si pone infatti il seguente problema: Non sarebbe opportuno cercare di tutelare i bambini di fronte a questa invasione devastante? Coloro che difendono, spesso in modo acritico, i diritti della TV di usare le immagini liberamente portano a sostegno della loro posizione la tesi che l'immagine non mente, che in fondo non rappresenta altro che la realtà. Ciò è comunque falso. La realtà è molto meno sensazionale delle immagini della TV, che sono sempre costruite ad arte per suscitare suggestione ed un forte impatto emotivo. La TV diventa così a causa del suo eccessivo sensazionalismo molto pericolosa per la civiltà. Karl Popper si è occupato del tema della libertà della TV. In una intervista televisiva Popper interviene su questo tema sostenendo la tesi della necessità di una limitazione del potere di condizionamento della televisione. Popper riconosce il ruolo educativo che la televisione svolge ma ritiene che la degenerazione dei programmi, imputabile essenzialmente alle leggi dell'Auditel, sia molto pericolosa. Egli suggerisce dieci tesi che i professionisti della TV dovrebbero prendere in considerazione nello svolgimento della loro attività. Uno dei punti su cui Popper insiste maggiormente è la difesa dei bambini contro la violenza dei media.
Quest'idea di Popper, secondo la quale la TV è uno strumento generatore di violenza, sembra oggi trovare riscontro in ambito scientifico. Numerose ricerche condotte negli Stati Uniti da equipes di psicologi hanno dimostrato, attraverso l'attenta osservazione di un campione di bambini, una effettiva connessione tra l'insorgenza di comportamenti violenti nella fase adolescenziale e i programmi televisivi visti nel periodo infantile. In particolare si è notato che il coinvolgimento emotivo indotto dalle immagini violente influisce nello sviluppo dell'aggressività. D'altra parte però, emergono da queste ricerche anche elementi positivi. La visione in età infantile di programmi informativi, cioè opportunamente pensati per provocare stimoli cognitivi, sembra aver prodotto un notevole innalzamento del rendimento scolastico. Purtroppo la maggior parte dei programmi televisivi destinati ai bambini non sembra rispondere a queste ultime caratteristiche. Prevalgono in realtà trasmissioni in cui si fa un uso consistente di immagini violente (si pensi alle numerose saghe dei cartoons giapponesi). Per tal motivo è necessario che il potere di condizionamento culturale della tv sia limitato. In che modo?
Una possibile soluzione potrebbe essere quella proposta da Popper...la scoprirete nel prossimo post ;-)
Una possibile soluzione potrebbe essere quella proposta da Popper...la scoprirete nel prossimo post ;-)
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