Personalmente, sempre dell’idea che sia difficile arrivare a sostenere che la TV ci rende più intelligenti, ma forse
semplicemente contribuisce a renderci intelligenti in modo diverso, mi sento di riconoscerle che sia in grado di “attivare” le tante intelligenze che compongono la nostra intelligenza, allenandoci così ad esercitare il pensiero multiplo (Carr ci parla di “processo di pensiero reticolato”, ormai il pensiero lineare sembra non soddisfare più le nostre menti!). Vi pare poco? Certo è che, per la sua stessa natura, la TV non ci consente di essere interattivi quanto altri media, ma rappresenta comunque un prolungamento dei nostri sensi, a tal punto da farci sentire partecipi (in qualità di spettatori/fruitori) di avvenimenti in tempo reale, e offrendoci la possibilità di interagire con gli altri utenti sul prodotto, tematiche e trasmissioni proposte: proprio questo, contribuisce a farci sentire parte integrante di una comunità.
Già il fatto che la TV stimoli l’attivazione dei costrutti mentali del singolo, di operazione riflessive e metacognitive, portandolo così a co-costruire dentro di sè quanto affrontato attraverso lo schermo, credo sia di fondamentale importanza.
Lo stesso interrogarsi costantemente sulla veridicità o meno dei contenuti televisivi trasmessi, che siamo chiamati a condividere o disapprovare, potrebbe essere considerato come un ”atteggiamento” atto a sviluppare la nostra coscienza, la nostra intelligenza e il nostro pensiero critico.
Molte trasmissioni, una volta superata quella fase in cui la loro costruzione si basava sul principio di linearità, evolvendosi in costruzioni complesse (è sempre più necessario farci carico del cambiamento dei modi di apprendere che la TV ha portato), divengono “[…] una palestra cognitiva che allena la nostra intelligenza sociale. La capacità di ricordare e valutare l’intera gamma delle relazioni sociali in un gruppo esteso è una abilità sempre più importante nella nostra vita e sempre più apprezzata negli ambienti altamente collaborativi che viviamo tutti i giorni” (Johnson). Pensiamo ad esempio alle soap-opera, famose per gli intrecci di trame multiple, per tenere esercitata la mente proprio attraverso “la capacità di ricordare, di ipotizzare relazioni e di scoprire cosa succederà dopo”.
Ogni medium crea nuove formae menits legate non ai contenuti del messaggio ma proprio al medium stesso (McLuhan: “il medium è il messaggio”).
Infine, penso che riuscire a promuovere una produzione televisiva anche educativamente orientata, possa rappresentare un passo non indifferente.
Infine, penso che riuscire a promuovere una produzione televisiva anche educativamente orientata, possa rappresentare un passo non indifferente.
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