giovedì 12 gennaio 2012

DALL'HOMO SAPIENS ALL'HOMO VIDENS


Come ho già avuto modo di sostenere in un post precedente, la velocità del flusso di informazioni molto spesso produce messaggi ininterpretabili. Ma ciò che complica ulteriormente le cose è un altro fattore ben più radicale e decisivo: il primato dell'immagine, l'avvento dello schermo televisivo ha inaugurato un nuovo orizzonte culturale in cui l'immagine domina incontrastata. L'evoluzione della televisione ha visto crescere sempre più il peso dell'immagine a scapito della comunicazione scritta. L'immagine, che avrebbe dovuto fornire un sussidio al messaggio, ai contenuti, è divenuta l'oggetto primario della comunicazione, è divenuta essa stessa messaggio. Il contenuto esplicativo invece, si è praticamente ridotto ad un dettaglio ininfluente.
La cosa singolare è che le immagini si richiamano a vicenda in un circolo semantico autoreferenziale: la TV fornisce immagini alla stampa; la stampa a sua volta (si pensi ai giornali rosa) fornisce immagini-scandalo alla TV (il politico in relax, l'attore famoso colto in un momento di intimità ecc.). Assistiamo ad un fenomeno che si può definire la globalizzazione dell'immagine. L'immagine è tutto ed è ovunque. Lo scrittore Kundera ha parlato di «imagologia»: l'immagine ha sostituito l'ideologia diventando essa stessa ideologia. Il nostro spazio mentale è dominato da un vasto e variegato repertorio di immagini, tra cui spiccano sicuramente i fantasiosi logo dei prodotti commerciali. In una società dominata in modo significativo dalla cultura dell'immagine c'è ancora posto per la ragione? La risposta potrebbe essere affermativa, poichè il logos e l'immagine possono essere considerati integrabili. Il politologo Giovanni Sartori, in un suo fortunato saggio sulla televisione, prende in esame proprio questa particolare questione. La televisione, sostiene Sartori, è un mezzo di comunicazione ma è anche e soprattutto uno strumento antropogenetico. E proprio in quanto tale ha prodotto un nuovo tipo di uomo: l'homo videns. L'homo videns, a differenza dell'homo sapiens non ha più la capacità di astrazione, la capacità simbolica e quindi ha perso anche la possibilità di un pensiero razionale, del pensiero cioè delle idee chiare e distinte. 
Il parere di Sartori vi attende nel prossimo post...

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