Penso che una caratteristica principale della televisione sia la sua dimensione planetaria, ovvero la sua capacità di poter raggiungere contemporaneamente spettatori sparsi in tutto il mondo. Tale opportunità si manifesta, per esempio, con trasmissioni in diretta, mandate in onda contemporaneamente al loro svolgersi. La dimensione planetaria, però, può essere raggiunta anche dalle trasmissioni differite, registrate e mandate in onda successivamente, che seppure in tempi diversi, vengono viste in tutto il mondo. Alcuni programmi usano come modello trasmissioni di successo realizzate in altri paesi.
Da questo punto di vista è possibile affermare che con la televisione si sta attuando quella trasformazione del pianeta in un unico villaggio globale, così definito da Marshall McLuhan. All’interno di questo villaggio, le diverse società, fino a ieri distinte per cultura e storia, vengono accomunate nel guardare gli stessi programmi, dall’essere informate sui medesimi eventi, dal divertirsi davanti allo stesso tipo di trasmissioni, di seguire le stesse mode e tendenze del momento. Insomma, direi che la TV può essere considerata un medium universale, in grado cioè di mettere d’accordo le diverse classi sociali e tutte le fasce d’età.
Se si pensava che il Web avrebbe avuto il primato sulla TV, credo invece che quest’ultima stia dimostrando di saper detenere ancora un grandissimo potere, probabilmente oltre che per l’ampia quantità di programmi proposti, per l’assoluta semplicità d’uso e per le innovazioni che l’hanno caratterizzata negli anni. Infatti, dal 1954 ad oggi è notevolmente cambiata: con l'avvento dell’era digitale ha cambiato il suo “hardware”, il linguaggio, le modalità rappresentative e funzionali, riuscendo a detenere un ruolo ancora fortemente rappresentativo all’interno della società.
Da questo punto di vista è possibile affermare che con la televisione si sta attuando quella trasformazione del pianeta in un unico villaggio globale, così definito da Marshall McLuhan. All’interno di questo villaggio, le diverse società, fino a ieri distinte per cultura e storia, vengono accomunate nel guardare gli stessi programmi, dall’essere informate sui medesimi eventi, dal divertirsi davanti allo stesso tipo di trasmissioni, di seguire le stesse mode e tendenze del momento. Insomma, direi che la TV può essere considerata un medium universale, in grado cioè di mettere d’accordo le diverse classi sociali e tutte le fasce d’età.
Se si pensava che il Web avrebbe avuto il primato sulla TV, credo invece che quest’ultima stia dimostrando di saper detenere ancora un grandissimo potere, probabilmente oltre che per l’ampia quantità di programmi proposti, per l’assoluta semplicità d’uso e per le innovazioni che l’hanno caratterizzata negli anni. Infatti, dal 1954 ad oggi è notevolmente cambiata: con l'avvento dell’era digitale ha cambiato il suo “hardware”, il linguaggio, le modalità rappresentative e funzionali, riuscendo a detenere un ruolo ancora fortemente rappresentativo all’interno della società.
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